5 Lezioni Per Aziende E Blogger In Una Fabbrica Dell’Era Social
L’anno scorso abbiamo iniziato un percorso di lavoro e confronto con Aidepi e il sito Merendine Italiane. La prima tappa era costituita da una ricerca sulle variabili più imporanti per genitori e bambini riguardo allo spuntino (che è un momento importante in una corretta alimentazione, fatta di 5 pasti al giorno, ma questo lo sapete già , vero?).
La ricerca era culminata in una giornata di workshop a Roma insieme a molte blogger interessate all’argomento (qui il resoconto dell’incontro dello scorso ottobre).
Proprio in quell’occasione avevamo proposto di vedere con i nostri occhi la produzione di una merendina industriale, per raccogliere impressioni e porre domande in diretta. E l’abbiamo fatto.
La prima azienda che ci ha aperto le sue porte è stata Barilla, a Melfi. Nel lasciare i dettagli a chi c’era, mi limito a riassumere qui 5 punti in cui credo molto e di cui, confortata da questa esperienza, continuerò a parlare
1. Il pregiudizio non è semplicemente ignoranza; è la sicurezza di sapere già tutto, unita alla mancanza di empatia e di contatto umano.
Recatevi al Sud, nel cuore della Basilicata, dove una fabbrica di merendine e fette biscottate fa da collante sociale di valori e di comunità locali, parlate con chi ci lavora, salutate tutti gli operai che vi incrociano e vi sorridono nei capannoni, prima di condividere su Facebook la prossima notizia terroristica senza verificarla, prima di considerare per presa di posizione ideologica “l’industria” come un luogo malvagio di miasmi, veleni e imbrogli. L’empatia è la base del dialogo.
2. La differenza la fanno sempre le persone
Nella produzione, nel marketing, nella finanza e in tutte le funzioni che creano un valore economico. Tanti anni fa qualcuno molto in alto nella mia azienda mi avvisò: “Quando c’è un problema di business, c’è quasi sempre un problema di persone†(e sì, era un po’ minaccioso. Ma aveva ragione). Anche tra le agenzie di marketing e PR con cui ho collaborato in questi anni ho riscontrato enormi differenze, e in questo caso posso dire di aver trovato un esempio molto raro di sensibilità , simpatia e sintonia (grazie Valentina, Katia, Laura, e tutta INC).
3. Il rapporto tra brand e blog non è un mare di distinguo e codicilli o un manuale di filosofia, ma è fatto di buon-senso.
Cioè fare cose di valore insieme. Le idee possono essere fantastiche, ma la differenza tra un bel progetto che costruisca un senso per entrambe le parti e una qualsiasi operazione commerciale sta nel cuore, nella sincerità e nel rispetto. Di tutte le parti coinvolte. E i destinatari ti restituiscono esattamente quello che ci metti (cercate su Twitter #missionemerenda ).
4. L’informazione trasparente su processi e ingredienti è oramai indispensabile
I brand non possono più accontentarsi di personaggi famosi e linguaggi pubblicitari. Oltre alla televisione e alla comunicazione mainstream come veicolo di notorietà e di immagine, bisogna curare bene la sostanza: i manager e i dipendenti come primi ambasciatori, e l’accessibilità attraverso di essi alle informazioni più dettagliate possibile sul prodotto. Anche se abbiamo scherzato molto durante il viaggio su Banderas e la gallina, solo da Paolo Forlano – Plant Manager –  abbiamo capito che quella gallina significa “uova fresche usate entro 24 ore dalla deposizione e quindi fornite da allevamenti della zonaâ€, e che questa è una cosa seria, non solo un rapporto intimo del bell’Antonio con Cesarina. Il limite della pubblicità , anche se tutti osserviamo con maggior piacere una storia simpatica che non una sfilza di dati, è che spesso la cosiddetta creatività banalizza le informazioni importanti.
5. Quando si scherza si scherza, quando si fa sul serio si fa sul serio
Il linguaggio usato in questi incontri è molto importante: quello di Paolo era entusiasta e giustamente orgoglioso dei suoi risultati, ma non “pubblicitario†o da visita degli scout. Era divulgativo ma tecnico: possiamo parlare con voi di investimenti di milioni di euro, di relazioni sindacali, di indici di efficienza e produttività delle linee (assenteismo, scarti, etc), possiamo capire insieme alcuni vincoli per cui non tutto ciò che sarebbe desiderabile per tutti è immediatamente realizzabile, ma a volte richiede anni di lavoro. Ad ogni sede il suo linguaggio.
Personalmente sono pronta anche ad invertire i ruoli, e a realizzare eventi in cui non è solo l’azienda a presentare ai blogger, ma il contrario. Che ne dite?
Infine, dopo aver parlato alla testa con informazioni e dati, presto vi parleremo anche del seguito del progetto di Merendine.it, centrato sulle emozioni.
Restate in ascolto!
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