Il Cluetrain Manifesto del 2015: i mercati sono ancora conversazioni?

cluetrain armadillo-Nel momento concitato e nel fiume di commenti a cui stiamo assistendo dopo i fatti di Parigi, che oscurano e rattristano tutto il resto, arriva una notizia davvero notevole per chi segue la storia del Web: dopo 16 anni, Doc Searls e David Weinberger hanno pubblicato una versione aggiornata del Cluetrain Manifesto: le nuove chiavi di interpretazione, i nuovi spunti.

Gli autori di questo documento cult (a cui tutta l’attività e il payoff di TTV  “se i mercati sono conversazioni, è ora di prendere la parola” si ispirano chiaramente), annuncio di una rivoluzione che è avvenuta ma non ancora esaurita, si chiedono in pratica dove siamo arrivati, e dove stiamo andando.
E parlano anche di hate speech nel Web, le parole dell’odio, e di molte altre cose che riguardano, in buona sostanza, l’uso che ne facciamo.

Certo che sì; i Mercati sono sempre Conversazioni (“avevamo ragione”, scrivono i due autori). Ma questo Manifesto del 2015 parla meno alle aziende, e molto di più a tutti noi.

I concetti che  ho amato instantaneamente:

  •  Internet non è un media.
  •  Internet non è niente, non ha uno scopo. Non c’è mai stato uno strumento così generale nel suo scopo, dall’invenzione del linguaggio.
  • Ci sono grandissimi contenuti in Rete, ma la Rete non è fatta di “contenuti”.
  • Internet siamo noi, connessi. I media siamo tutti noi.
  • Freddamente parlando, la Rete è solo tecnologia. Ma è popolata da creature che si appassionano.
  • L’odio è presente in Rete perché è presente nel mondo, ma in rete è più facile da esprimere e da ascoltare. La soluzione? Se ce l’avessimo…

Vi lascio alla lettura dell’originale, di cui iniziano già a circolare le prime traduzioni italiane (la prima, nel 1999, fu quella di Luisa Carrada, che oggi infatti ne riparla nel suo blog).

Ed ecco le ultime 4 tesi:

118 The Internet has liberated an ancient force — the gravity drawing us together.
119 The gravity of connection is love.
120 Long live the open Internet.
121 Long may we have our Internet to love.

 

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