Sai Come Me L’Immagino?
Progetto: Sai come me l’immagino?
Brand: Nesquik
Area: Sviluppo sito web
Obiettivi: Condividere con gli utenti la riprogettazione dell’area del sito Nesquik dedicata ai genitori, sin dalle primissime fasi di briefing, ideazione e incubazione.
Com’è andata: La conversazione ha avuto luogo in un cantiere online, un luogo nuovo di relazione e un filo diretto tra l’azienda e le voci autentiche dei suoi consumatori. Dopo 8 settimane, 40 utenti iscritti, 70 conversazioni e 212 commenti, si è conclusa con il briefing degli utenti negli uffici dell’azienda.
Cosa abbiamo imparato: La motivazione a partecipare deve essere molto chiara fin dalle primissime fasi della progettazione.
Una progettazione concepita completamente in chiave social consente ai partecipanti di sentirsi cittadini attivi della Rete e non consumatori “sfruttati”. Deve essere chiaro che la creazione di valore che deriva da un progetto simile va innanzitutto a loro favore, e non solamente del brand o dell’azienda.
Quando il linguaggio usato è tecnico e non pubblicitario, questo valorizza la loro competenza e il loro giudizio critico. I partecipanti sono stati empowered: essere trattati come persone pensanti fa sì che la qualità dei contenuti sia molto alta.
Lo storytelling personale è un potente facilitatore: gli utenti hanno raccontato il consumo del prodotto dal loro personale punto di vista, ma anche la navigazione del web come loro la intendono.
La presenza del brand nella conversazione attraverso le sue persone, dà valore alla collaborazione della comunità.
E dopo? Indispensabile una comunicazione chiara, diretta e trasparente di cosa si farà con gli output prodotti dalle persone, e nuove idee per partecipare anche alle fasi successive.
Le criticità: Sfruttamento di community? Una delle criticità maggiori che si presenta in questo tipo di progetti, è l’accusa di sfruttare un lavoro svolto gratis dagli utenti. In questo caso il sito “Sai come me l’immagino” ha funzionato con i meccanismi volontari e liberi di un social network, e ha prodotto un insieme di feedback su cui l’azienda poi si è messa al lavoro. I consumatori non si sostituiscono al lavoro dei professionisti, ma possono indirizzarlo decisamente con i loro desideri.
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