Startup si diventa…oppure no?

Mentre andavo al lavoro stamattina, attraversando la stazione Termini di Roma, il mio sguardo si è spostato in maniera curiosa su un cartellone pubblicitario di una nota università privata della capitale.

C’era uno sfondo rosa acceso, l’immagine di una ragazza in bianco e nero e una scritta in sovraimpressione.
 La scritta è stata proprio la cosa che mi ha colpito di più: STARTUP SI DIVENTA, posizionata proprio sopra all’immagine della giovane ragazza.

Startup

Mi son subito chiesto cosa si volesse comunicare con questa decisione. Può una persona diventare una startup? Si conosce effettivamente il significato della parola? O semplicemente spesso la si usa in maniera inadeguata solo perché “di moda”?

In realtà, forse, una definizione precisa di Startup non esiste. 
Quel che è certo è che, volenti o nolenti, non ci si riferisce ad una persona fisica. 

Secondo l’idea originaria il nome serviva ad indicare la fase di lancio di una impresa. 
Con il tempo il concetto ha assunto un significato più ampio, andando a connotare quella tipologia di imprese appena nate che si stiano distinguendo (o stiano provando a farlo) per innovazione e originalità nella proposta di un prodotto o un servizio, spesso in ambito digital, o comunque collegato ad esso.
Ma anche questa definizione risulta comunque opinabile, vista la diversità di punti di vista che si potrebbero trovare tra gli esperti del settore.

Quel che emerge è però che forse, ad oggi, servirebbe proprio definire meglio la parola  e imparare ad utilizzarla nella maniera corretta, per evitare che (per esigenze comunicative e pubblicitarie) si finisca a considerare “startup” anche la Francesca, la Paola o la Lucia ritratte in bianco e nero che si trovano in un cartellone pubblicitario e che, al massimo, dovrebbero essere chiamare “startupper” (colui che avvia una startup appunto) e non startup.

Si arriverà ad una definizione precisa e ad un utilizzo consapevole?
Ai posteri l’ardua sentenza, direbbe qualcuno. Per ora una cosa sembra certa: non tutto può essere chiamato “startup”.
Anche se spesso qualcuno se ne dimentica.

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