Rudy ed io a colloquio
Ho qui con me il personaggio del momento (si dice così nello show business, no?), e vi consiglio assolutamente di non perdervi il nostro confronto. Signore e signori, oggi intervistiamo Rudy Bandiera.
Succede che, pensando alla situazione tipica in cui intervistavo qualcuno, mi ritrovo mentalmente nel contesto più inadatto a lui che si possa immaginare: il colloquio aziendale.
“Sapessi quanti ne ho fatti. Ma non da candidata, da intervistatrice. Per metterti in una situazione che suppongo sia molto al di fuori della tua comfort zone, ti farò quindi una serie di domande che sono proprio, pari pari, quelle che usavo per selezionare i miei marketing manager. Le usavo praticamente sempre, l’unico punto very unconventional del mio stile è che ho sempre dato del tu e chiesto al candidato di darmi del tu, il che spesso spiazzava il malcapitato.
Ovvio che sei libero di rispondermi che sono tutte cazzate, anche se non garantisco che la prenderò molto bene. Ma è probabile che applicandole al nostro mondo 3.0 ne escano degli spunti interessanti…quindi vado?”
“Vai, mi piace.”
Allora, hai scritto un libro: that don’t impress me much. Dai, sto solo parafrasando una canzone. Ma un altro libro sul web? Ancora? Dacci due buoni motivi per leggere anche questo. Ok anche tre, dai.
Mi hanno detto che è appassionante come un romanzo. Hai mail letto un libro di Web appassionante come un romanzo? No, sono certo di no. Beh questo lo è. E poi è giallo.
1. Quali sono state le lezioni più importanti che hai appreso dalla tua esperienza fin qui?
A stare sul Web, sempre, o si impara l’empatia o si muore. Quindi si impara ad essere empatici. E si impara anche moltissimo l’autocontrollo, cosa che non sempre si è in grado di mettere alla prova nella “vita reale”…
2. Ok ho capito, basta così. (Mettere pressione facendo sentire l’intervistato privo del dono della sintesi è una strategia precisa). Quando è stata l’ultima volta che hai dimostrato spirito di iniziativa e capacità di risolvere problemi?
Mi sono fatto regalare una Smart, per un anno, raccontando una mia disavventura. Se non è spirito d’iniziativa questo! Per non parlare della soluzione ai problemi che ne sono derivati…
3. Tutto qui? Ma cambiamo argomento. Parlami dei tuoi punti di forza, come persona e come professionista.
Sono dotato di una intelligenza relazionale straordinaria, mi esprimo in maniera sempre consona alla situazione e so essere sempre opportuno, con tutti e in ogni situazione/condizione. Di contro sono dotato di una intelligenza spaziale imbarazzante, ma qua non penso si parli di fare il trapezista? Giusto?
Ah, la cosa bella è che i miei pregi come persona sono i miei pregi sul lavoro, ovvero sono quelli che mi permettono di lavorare.
4. Niente di nuovo, dicono tutti così. E invece le tue aree di miglioramento? Raccontami di un fallimento, insomma stupiscimi.
Dicono tutti di avere una intelligenza spaziale imbarazzante? Ecco perché tutti questi incidenti in fase di parcheggio!
Le mie aree di miglioramento risiedono nella “zona della lucidità”. A volte mi faccio prendere da reazioni contrastanti che vanno dall’entusiasmo alla rabbia senza mantenere la lucidità e sbagliando, quindi, le valutazione. Vorrei essere più… più distaccato. A scelta però.
5. Cos’è per te la leadership? Cosa cerchi in un leader? Chi/Cosa proprio non sopporti?
La leadership è una guida e come tale non deve essere una forzatura. L’arroganza è spesso scambiata per forza di carattere, nella nostra bacata società , quindi abbiamo delle persone che seguono degli arroganti come fossero dei leader.
Non sopporto l’arroganza e chi la scambia per forza di carattere.
(quando l’intervistatrice gode, come in questo caso, deve stare molto attenta a non darlo a vedere. Quindi mantengo l’aria di sufficienza , e proseguo con un colpo a sorpresa)
6. Mi sembra di capire che il tuo libro aiuta a superare alcune paure. Ma quali sono le tue?
Temo di essere inadeguato, a volte. Come tutti. Per questo mi metto alla prova, cerco spesso di uscire dalla mia zona di comfort e tento di superare i miei limiti e di mostrare i miei punti deboli. Non per “forza” ma forse per “paura”. Ma non si supera la paura senza affrontarla e non esiste nessuno di fronte a un mondo che vola veloce come questo, che si senta perfettamente adeguato. Si deve trovare la propria strada, e seguirla.
7. Un paio di domande sul tuo lavoro attuale che, ne sono sicura, non tutti capiscono. Come distingui un esperto del web da un venditore di fuffa e, soprattutto, c’è una grande differenza?
La fuffa è ovunque, ci permea. Come la Forza in Star Wars. Perché un creativo che inventa una pubblicità che fa vendere un prodotto mediocre è un genio? No, vende fuffa. Allora vedete? E’ solo questione di terminologie, di percorso e di risultati: se uno vende un milione di copie di un libro qualcosa di sostanza ci deve essere, altrimenti qualcosa non quadra. Il talento non sempre è “estetico”. (E questa me la segno).
Come rispondi a un cliente quando ti chiede di dimostrargli il ROI per il suo business?
MAI trovato un cliente che mi chiedesse una cosa simile e se lo trovassi gli chiederei prima cos’è il ROI. Mi spiego: ci sono aziende che vogliono fare piani online senza sapere nemmeno come sono posizionati e cosa dice la gente di loro e dei loro settori di appartenenza. Se uno che è in questa situazione mi chiede il ROI gli dico che non lo so fino a quando non abbiamo analizzato la sua situazione… e questo ha un costo, a sua volta.
Una fantastica foto profilo o un buon post: per cosa pagheresti di più?
Un buon post. La fantastica foto profilo ce l’ho già.
E infine il mio classico: prego, ora fammi tu una domanda.
Se ti mando l’analisi di un cliente mi ci calcoli il ROI?
Ecco. Rudy mi ha chiesto, poi, se secondo lui lo assumerei. Ovviamente la risposta è stata “ti faremo sapere”. La me stessa di dieci anni fa, in un panel di selezione in azienda, esprimerebbe molto probabilmente parere contrario. Troppo esuberante e sicuro di sè questo giovanotto, direbbe, ci creerà solo problemi. Ma la me stessa di adesso è molto più vecchia e molto più aperta (uno strano modo di invecchiare, no? Lo auguro a tutti).
E’ vero che il giovanotto si esprime in modo un po’ sborone, diciamo. Ma per chi sa leggere tra le righe di una persona, dimostra anche una certa sincerità e candore, capacità di autocritica, e mi è piaciuta molto la sua risposta sull’arroganza, e quella sull’inadeguatezza. Certo andrebbe un po’ inquadrato. Ma in fondo sì, mi piacerebbe confrontarmi quotidianamente con una personalità del genere: dal lato personale non avrei più paura di farmi mettere in crisi, e dal lato professionale i criteri del marketing sono cambiati (o devono essere cambiati!).
Chissà se lui penserebbe la stessa cosa di me… E comunque il ROI cercherò sempre di calcolarlo, sì 🙂
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